Propaganda per immagini

Qualche giorno fa sono apparse su Twitter e Facebook sul profilo di NelleNote queste due immagini.

Nella prima immagine l'accostamento delle tre bandiere (nazista, comunista e arcobaleno) e delle tre dichiarazioni è sin troppo esplicito. Il concetto è: come Hitler e Stalin si sono scagliati contro la Chiesa Cattolica, così fa oggi Flavio Romani, presidente Arcigay. Viene così istituito un collegamento arbitrario (basta pensare alle persecuzioni a danno degli omosessuali perpetrate nella Germania nazista e nell'Unione Sovietica) tra Arcigay, Nazismo e Comunismo e, allo stesso modo, tra Hilter, Stalin e Romani. Si noti però come accanto alla dichiarazione di quest'ultimo non vi sia la bandiera dell'Arcigay, ma quella arcobaleno, ben più generica ed utilizzata da qualsivoglia movimento in favore dei diritti civili. Non è un dettaglio di poco conto, visto che in tal modo tutte le inferenze prima descritte in riferimento all'Arcigay si estendono alla cosiddetta “galassia arcobaleno” della quale Romani diviene arbitrariamente portavoce.

Se dunque la prima immagine offre una lettura piuttosto palese, la seconda tenta un approccio più morbido, più sottile. Spariscono le bandiere e si propone una sorta di quiz nel quale l'affermazione di Romani, senza indicazione dell'autore, viene nuovamente messa a confronto con quelle di Hitler e Stalin. È così compito del lettore attribuire il terzo virgolettato scegliendo tra Barak Obama, Flavio Romani, Emmanuel Milingo e Abu al-Baghdadi. Immaginando di non conoscere a priori la soluzione del quiz, un lettore mediamente acculturato tenderebbe ad escludere il presidente americano, a tenere in seria considerazione al-Baghdadi e porre in seconda battuta o Milingo o Romani. E quando si scopre che l'affermazione è di quest'ultimo il collegamento col califfo dell'Is, e/o con l'arcivescovo scomunicato, risulta praticamente automatico. Romani, Milingo ed al-Baghdadi forse non divengono equivalenti, ma ci vanno molto, molto vicini.

Ma se Milingo ed al-Baghdadi hanno una funzione facilmente decodificabile all'interno di questo simpatico quiz, lo stesso non si può dire per Barak Obama. Il presidente americano appare fuori posto; anche perché bisogna tener presente che un uomo della sua posizione politica non può realisticamente aver pronunciato la frase incriminata. Perciò sorge spontaneo domandarsi: può l'autore di due immagini tanto ben congegnate aver inserito un elemento casuale senza alcun legame logico col resto? Difficile crederlo. Ho anche provato a chiedere informazioni via Twitter all'autore dell'immagine il quale, dopo numerosi post reticenti, ha scritto: “Obama è un grande leader politico, gli altri due hanno "ruggini" con la Chiesa”. Non ritenendomi soddisfatto ho provato ad approfondire ancora, ma a quel punto “nelleNote” ha preferito interrompere il dialogo.

Senza una spiegazione esaustiva da parte dell'autore non rimangono che due ipotesi da vagliare:

  1. Si tratta dell'opzione irrealistica che, scartata immediatamente, aiuta a concentrarsi sulle altre risposte. Possibile certo, ma assai poco, veramente poco, plausibile.
  2. Visto che Obama si è schierato a favore dei matrimoni gay in occasione del pronunciamento della Corte Suprema, l'intento è quello di porre anche il presidente americano sullo stesso piano di Milingo, al-Baghdadi e Romani. Come dire: “Obama non ha pronunciato quelle parole, ma tra lui e gli altri tre in fondo non c'è poi tanta differenza”.

Sempre a proposito di Obama bisogna aggiungere che la data scelta per la sua ipotetica dichiarazione non appare del tutto casuale. Nel dicembre 2013 l'inquilino della Casa Bianca ebbe un duro scontro col presidente Vladimir Putin in merito alle leggi omofobiche approvate nella federazione russa. Come gesto di sfida infatti Obama decise di inviare alle cerimonie ufficiali dei giochi invernali di Sochi (febbraio 2014) due atlete dichiaratamente lesbiche e nessun ministro del suo governo. Una coincidenza? Ai posteri l'ardua sentenza.

Da quanto si è detto risulta evidente come ogni volta che ci si trova davanti ad un manifesto di propaganda, quale che sia il tema, occorre prestare molta attenzione non solo ai contenuti espliciti ma anche (soprattutto) a quelli impliciti. Questi ultimi difatti, essendo più difficili da individuare, incontrano minori resistenze e possiedono una capacità di penetrazione assai maggiore. NelleNote non avrebbe mai potuto scrivere: "Romani è come Hitiler e Stalin", ben pochi l'avrebbero preso sul serio. Però è esattamente quello che, attraverso una rete di sottotesti e sottintesi, ha detto.